Da “Il SecoloXIX” on line edizione del Levante.
Chiavari – Quel sistema, dice oggi la Procura di Genova, è f uorilegge, a prescindere dal fine per cui è stato più o meno sperimentato con successo. E i vertici dell’istituto, insieme al personale che lo ha applicato, vanno indagati a vario titolo per sequestro di persona e abuso dei mezzi di correzione.
Tredici avvisi di garanzia sono stati inviati nei giorni scorsi dal pubblico ministero Giuseppe Longo a dirigenti e personale della casa di riposo “Arcobaleno” di Castiglione Chiavarese, convenzionata con la Asl 4 e gestita dal consorzio Tassano, che ha altri quattro centri fra Genova e Pontedera (Pisa). Sono finiti nel mirino dopo che alcuni ospiti erano stati legati alle sedie, e da queste assicurati ai passamano con alcune cinghie. Il genovese Marco Balzarini, direttore sanitario della struttura e indagato, contattato dal Secolo XIX dopo le prime indiscrezioni sull’inchiesta aveva difeso la procedura: «Non abbiamo legato gli anziani alle balaustre, ma assicurato la carrozzina su cui erano seduti per evitare che si ribaltasse. Purtroppo la legislazione in merito è carente e noi siamo tra l’incudine e il martello».
Gli accertamenti sull’istituto erano iniziati nel settembre scorso, con l’esposto presentato dalla familiare d’uno dei 52 ospiti. E le informazioni filtrate dalla Procura riferiscono di due passaggi “incriminati”: un ricoverato che si è lamentato con la figlia per aver atteso troppo dopo aver chiamato un assistente, e la consegna ai carabinieri di fotografie nelle quali si notavano le sedie a rotelle di tre degenti agganciate a una balaustra. Sotto inchiesta finisce insomma un modo di lavorare “conclamato” (non sono scattati sequestri e la struttura resta aperta), di cui i militari del Nas hanno trovato conferma nel corso d’una ricognizione a sorpresa. È l’unica via per evitare infortuni, o è soprattutto un abuso? Per i magistrati al momento prevale la seconda tesi.
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