Aumenta il numero dei bambini che pagano il prezzo pieno per mangiare in mensa: ecco perchè

By admin02, 4 Febbraio 2016

La modifica dei parametri per il calcolo del reddito da dichiarare per avere diritto alle agevolazioni nei servizi mette in crisi famiglie e Caf. Il Comune fa un primo bilancio: sono 2500 in meno a Genova le richieste di agevolazioni per le refezioni.

di NADIA CAMPINI da LA REPUBBLICA di GENOVA

Aumenta il numero dei bambini che pagano il prezzo pieno per mangiare in mensa a scuola, mentre le famiglie dei disabili devono fare i conti con i nuovi parametri di reddito anche per l’inserimento nelle strutture, i ricoveri per gli anziani, l’assistenza domiciliare o i trasporti. E’ tutto frutto dell’applicazione del nuovo Isee, il sistema di valutazione dei redditi che la legge nazionale ha cambiato l’anno scorso modificando criteri e parametri. Così nelle scuole genovesi il numero dei bambini che usufruiscono del servizio mensa è rimasto più o meno stabile: 32.587 nell’anno scolastico 2014-2015, 32.036 nel 2015-2016, ma il numero delle richieste di agevolazione è sceso di quasi 2.500 unità, da 18.003 nel 2015 a 15.609 nel 2015. Se l’anno precedente a pagare tariffe agevolate era il 55,25% delle famiglie, ora questa percentuale è scesa al 48,72%. «Questi numeri sono ancora suscettibili di qualche variazione – spiega l’assessore alle istituzioni scolastiche, Pino Boero – perchè stanno arrivano adesso i primi bollettini e diverse famiglie adeguano la loro posizione al momento dei pagamenti, ma è innegabile che qualcosa è cambiato. I nostri uffici stanno monitorando la situazione caso per caso, l’anno scorso abbiamo varato anche una delibera di giunta che prevede la possibilità di andare a verificare i casi dove ci sono state variazioni considerevoli da un anno all’altro e di eseguire eventualmente gli opportuni correttivi. Anche se finora mi risulta che questi casi eclatanti siano un numero limitato».

Il nuovo sistema Isee introdotto l’anno scorso è infatti molto più complicato da calcolare per gli uffici dei Caf che se ne occupano, ma soprattutto ha inserito nel conteggio anche un’analisi più approfondita dei redditi. Se in passato le giacenze sui conti correnti venivano valutate solo al 31 dicembre ad esempio ora è richiesta la giacenza media sul conto, ce fa emergere quindi anche i depositi dei mesi precedenti. Inoltre pesa di più la seconda casa, anche se si tratta di una porzione ereditata in comproprietà, e vengono inseriti nei conteggi anche i redditi derivanti da indennità di accompagnamento o pensione sociale, per altro con una franchigia che almeno parzialmente riequilibra questo dato.

Rivoluzione Isee, a Genova più famiglie pagano la mensa scolastica, servizi sociali al buio
Cambiano le mense scolastiche con i parametri Isee
A UMENTA il numero dei bambini che pagano il prezzo pieno per mangiare in mensa a scuola, mentre le famiglie dei disabili devono fare i conti con i nuovi parametri di reddito anche per l’inserimento nelle strutture, i ricoveri per gli anziani, l’assistenza domiciliare o i trasporti. E’ tutto frutto dell’applicazione del nuovo Isee, il sistema di valutazione dei redditi che la legge nazionale ha cambiato l’anno scorso modificando criteri e parametri. Così nelle scuole genovesi il numero dei bambini che usufruiscono del servizio mensa è rimasto più o meno stabile: 32.587 nell’anno scolastico 2014-2015, 32.036 nel 2015-2016, ma il numero delle richieste di agevolazione è sceso di quasi 2.500 unità, da 18.003 nel 2015 a 15.609 nel 2015. Se l’anno precedente a pagare tariffe agevolate era il 55,25% delle famiglie, ora questa percentuale è scesa al 48,72%. «Questi numeri sono ancora suscettibili di qualche variazione – spiega l’assessore alle istituzioni scolastiche, Pino Boero – perchè stanno arrivano adesso i primi bollettini e diverse famiglie adeguano la loro posizione al momento dei pagamenti, ma è innegabile che qualcosa è cambiato. I nostri uffici stanno monitorando la situazione caso per caso, l’anno scorso abbiamo varato anche una delibera di giunta che prevede la possibilità di andare a verificare i casi dove ci sono state variazioni considerevoli da un anno all’altro e di eseguire eventualmente gli opportuni correttivi. Anche se finora mi risulta che questi casi eclatanti siano un numero limitato».

Il nuovo sistema Isee introdotto l’anno scorso è infatti molto più complicato da calcolare per gli uffici dei Caf che se ne occupano, ma soprattutto ha inserito nel conteggio anche un’analisi più approfondita dei redditi. Se n passato le giacenze sui conti correnti venivano valutate solo al 31 dicembre ad esempio ora è richiesta la giacenza media sul conto, ce fa emergere quindi anche i depositi dei mesi precedenti. Inoltre pesa di più la seconda casa, anche se si tratta di una porzione ereditata in comproprietà, e vengono inseriti nei conteggi anche i redditi derivanti da indennità di accompagnamento o pensione sociale, per altro con una franchigia che almeno parzialmente riequilibra questo dato.
Sulla base delle variazioni nel corso dell’anno gli uffici comunali sono andati a monitorare gli effetti delle modifiche, per il settore scolastico gli scaglioni di Isee non hanno ancora subito ritocchi, con le conseguenze viste in precedenza. Nel settore dei servizi sociali invece è in corso in queste settimane una revisione di tutto il sistema, ora all’esame del consiglio comunale. «Era stato stabilito che prima di arrivare ad una delibera di giunta si completasse un percorso approfondito di condivisione – spiega la presidente della commissione Cristina Lodi – e stiamo lavorando a questo impegno, l’otto è in programma un’altra commissione con l’audizione anche dei sindacati».

In base alla proposta elaborata dagli uffici da quest’anno l’Isee servirà anche per calcolare le quote per l’inserimento degli anziani nei centri diurni e o nelle residenze sanitarie, per l’assistenza domiciliare dei disabili e per i servizi di trasporto dei disabili.
«Noi abbiamo l’obbligo dell’utilizzo dell’Isee per le prestazioni sociali – spiega l’assessore ai servizi sociali Emanuela Fracassi – abbiamo fatto una serie di simulazioni e di verifiche e da quello che è emerso finora il nuovo Isee per le famiglie in difficoltà non ha portato ad aumenti dell’Isee, semmai a Isee uguali o addirittura leggermente diminuiti. Per questo abbiamo ritenuto, in forma sperimentale per il 2016, di mantenere i limiti invariati per tutti i servizi che già prevedevano l’accesso con l’Isee, mentre abbiamo cercato di applicare l’Isee con i criteri più equi possibili per gli altri sevizi che non lo prevedevano, come le quote di compartecipazione per i centri diurni o le rette degli istituti per gli anziani».
I problemi sono arrivati dal settore dei disabili. La Consulta disabili ha contestato soprattutto la scelta di applicare l’Isee al trasporto individuale alternativo per i cittadini che non possono utilizzare i mezzi pubblici: oggi, per due corse al giorno, ne usufruiscono a Genova 243 persone in riabilitazione, 29 in addestramento lavorativo, 73 al lavoro e 130 a scuola e pagano con un costo simile all’abbonamento mensile Amt dei lavoratori. Secondo la nuova norma il contributo dovrebbe essere aumentato in base all’Isee sociosanitario. «Il
servizio di trasporto pubblico locale – sottolinea la Consulta in un documento – è istituito per tutti i cittadini genovesi anche con il contributo delle trattenute fiscale delle persone con disabilità che non ne possono usufruire» e la modifica dei criteri di pagamento si tradurrebbe quindi una «discriminazione rispetto agli altri cittadini che usufruiscono del trasporto pubblico».

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