Proseguono gli incontri sul territorio per la presentazione del Libro bianco per la riforma della Sanità Ligure. Ieri è stato il turno della Asl 4, con l’assessore alla Salute Sonia Viale in visita a Chiavari.
Considerazioni e riflessioni sulla presentazione del Libro Bianco della Sanità Ligure
I principi ispiratori sono in gran parte condivisibili e sono in sintesi
1) Aumentare la qualità delle prestazioni attraverso l’appropriatezza.
2) Eliminare gli sprechi, recuperando la motivazione degli operatori verso l’eccellenza attraverso una efficace gestione sanitaria
3) Integrazione dell’assistenza socio sanitaria
4) forte ruolo della programmazione
5) assistenza ospedaliera per intensita’ di cure
6) modelli interdipartimentali per percorsi di cura
Principi che invece necessitano di dettagli applicativi sono :
7) Libertà di scelta dell’offerta sanitaria (se intesa tra pubblico e privato)
8) Rapporto pubblico/privato basato sulle reali necessità
In particolare, sull’ultimo punto pubblico/privato – che crea sempre le maggiori discussioni – non siamo pregiudizialmente contrari alle attivita’ sanitarie private.
Cio’ che invece bisogna contestare e’ quando il privato diventa una soluzione alternativa ad un servizio che deve essere pubblico perche’ rivolto a tutti indipendentemente dalle capacita’ economiche.
Facciamo un esempio per comprendere meglio: se devo fare una TAC e ho una lunga lista di attesa e devo, se ho i soldi, rivolgermi al privato, senza che il servizio sanitario pubblico disponga le risorse per aumentare le prestazioni, allora il privato non e’ una libera scelta ma una necessita’. E quindi non va bene perche’ tra l’altro non lavora come privato (assumendosi i rischi di impresa), ma “profitta” di una necessita’ del cittadino e del deficit pubblico.
E qui veniamo al tema delle risorse destinate alla sanita’ pubblica, altro tema caldo.
Intanto e’ bene dire che siamo contrari a che il diritto alla salute sia inscindibilmente legato alle disponibilita’ economico – finanziarie per almeno due motivi :
PRIMO : non e’ vero che gli italiani sono spendaccioni e che il sistema possa essere in crisi irreparabile. Complessivamente, il totale dell’avanzo primario (cioe’ la differenza tra entrate e uscite dello Stato) nel ventennio 1995-2014 è stato pari a + 670 miliardi di euro. Il che significa che i cittadini italiani hanno dato allo Stato 670 miliardi in più di quello che hanno ricevuto dallo stesso in termini di servizi. E’ vero che la spirale e’ quella del debito pubblico, ma e’ possibile metterla in discussione, non continuare a pagare un debito che, peraltro e per la maggior parte, e’ in mano ad investitori stranieri (il tema comunque meriterebbe un approfondimento lunghissimo).
SECONDO : legando il diritto alla salute alle risorse – e con la scusa, come detto infondata, degli italiani spendaccioni – si creano almeno due effetti pericolosi : 1) tante persone non si curano piu’ (nei giorni scorsi e’ stata pubblicata l’indagine del nostro Osservatorio Civico sul federalismo in sanita’ : Quasi un cittadino su dieci rinuncia a curarsi per motivi economici e liste di attesa) e non si investe piu’ in prevenzione; 2) il taglio delle risorse al pubblico apre la strada al privato in un sistema che non e’ piu’ di “sana competizione” (posto che sia giusto parlare di sana competizione quando si tratta della salute delle persone) ed e’ destinato naturalmente solo a coloro che se lo possono permettere. Quindi la liberta’ di scelta e’ compromessa….
Passando ad un altro aspetto della questione pubblico/privato, si puo’ far riferimento al privato c.d. convenzionato.
Anche in questo caso, non dobbiamo farci fuorviare da pregiudizi, ma andare a vedere i dati che, purtroppo ed almeno per noi, mancano.
Cioe’ : e’ stata fatta una verifica se il servizio (diagnostico o interventistico) affidato al privato convenzionato ha prodotto una migliore qualita’ e una riduzione dei costi ? Dati ufficiali non ce ne sono. Quindi il tema e’ anche chi controlla chi?
Facciamo un esempio : nella ASL del Levante ligure sono stati spesi almeno 4 milioni di euro/anno per convenzionare un privato per interventi ortopedici; nel contempo gli stessi interventi, nella struttura pubblica, si sono ridotti di qualche migliaio, tra l’altro incrementando il fenomeno delle fughe extra Regione per l’aumento delle liste d’attesa. Ci chiediamo chi controlla questi fenomeni….
Il privato – convenzionato o meno – ci risulta che non affronti patologie ad alto costo e durata tipo quelle oncologiche o per i malati cronici.
Quindi in sintesi il privato convenzionato va bene quando integri prestazioni che il pubblico non puo’ svolgere e sempre sotto il controllo di qualita’ e di costi.
Su quest’ultimo tema – i costi – e seguendo una delle direttive del Libro Bianco presentato dall’assessore Viale, abbiamo proposto l’attivazione, a livello territoriale, di comitati anti-sprechi, composti da operatori e dirigenti sanitari, dalle organizzazioni sindacali ed ovviamente dai cittadini, poiche’ questi ultimi sono i soci finanziatori del servizio sanitario e, in tempi di scarsezza di risorse, devono poter dire la loro in termini di priorita’ di interventi e spese.
Altro esempio sul tema : in una ASL (come sappiamo essere accaduto in una del levante) si ha un numero di personale amministrativo ridondante e soprattutto questo personale si attribuisce indennta’ economiche per il raggiungimento di risultati, mentre le stesse indennita’ sono date in forma ridotta al personale sanitario che opera in prima linea in un Pronto Soccorso; questo e’ uno spreco e un disservizio a danno dei cittadini.
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